10° seminario - tavola rotunda
La stampa oggi, tra controllo politico e libertà di espressione
dott. Maurizio Bonanno, dott. Massimo Bordin, prof. Antonio Viscomi
25 marzo 2011 - Camera di Commercio di Catanzaro
 
 
 
Nel delicato equilibrio tra i poteri che si esprimono all’interno di una società democratica, la libertà di comunicazione e, al suo interno, la libertà di informazione, non rappresenta un accessorio bensì un presupposto indispensabile. Peraltro, per rappresentare tale situazione, l’informazione è considerata il “quarto potere”, accanto ai tre teorizzati da Montesquieu, e si cita spesso Edmund Burke il quale sottolineava: «Tre Stati nel Parlamento; ma laggiù nella galleria dei giornalisti, risiede un Quarto Stato molto più importante rispetto a tutti gli altri». La libertà di informazione si è sviluppata parallelamente allo sviluppo delle democrazie europee ed americana, ed ha sempre svolto, in detti paesi, un ruolo importante, tanto da determinare spesso i destini dei governi e delle compagini politiche. È chiaro che dove siffatta libertà manca, o è variamente condizionata e limitata, si riscontrano la mancanza della democrazia o gravi carenze nel sistema democratico, il quale, per essere veramente tale, deve fondarsi non solo su un bilanciamento dei poteri, ma anche sulla possibilità dei cittadini di controllarne l’esercizio. Proprio per questo, da sempre, i poteri politici, economici o religiosi cercano di interferire sulla libertà di stampa e di controllare l’accesso all’informazione. Addirittura, in molti paesi non democratici, il controllo si manifesta attraverso la creazione di agenzie di stampa a conduzione statale, che diffondono informazioni in linea con i poteri dominanti ed impediscono ai cittadini, che costituiscono l’opinione pubblica, di acquisire le informazioni necessarie far valere il loro diritto di controllo dell’esercizio del potere. Dal 1980, l’organizzazione non governativa statunitense, Freedom House, analizza la libertà di stampa in 195 Paesi del Mondo e pubblica un rapporto (Freedom of the press), nel quale assegna un punteggio ad ogni Paese. Esso va da 0 a 30, per i Paesi che hanno totale libertà di stampa; da 31 a 60, quelli con una stampa semi - libera; da 61 a 100, i Paesi che non hanno libertà di stampa. L’Italia, dopo essere stata classificata come “free”, ovverosia libera per quanto riguarda la stampa, nel 2004 è stata classificata parzialmente libera, con 33 punti, e collocata al 74° posto. Nel 2005 e 2006, la libertà di stampa ha subito un’ulteriore riduzione ed è passata da 33 a 35 punti. È risalita nel 2007 - 2008, sino a 29, diventando nuovamente “free”, per poi ridiscendere a semi - libera, con 32 punti, al 73° posto insieme al Tonga, nel rapporto dell’anno 2009. La valutazione è la risultante numerica di vari aspetti della libertà di stampa, tra cui: ambito legale, influenze politiche e pressioni degli ambienti economici. Anche l’organizzazione internazionale Reporter senza frontiere pubblica, ogni anno, la classifica della libertà di stampa in 178 Paesi. Nell’ultimo rapporto pubblicato, ad ottobre 2010, RSF ha ribadito la sua preoccupazione per il peggioramento della situazione della libertà di stampa nell’Unione Europea, tendenza che nel 2010 è stata confermata. Tredici dei 27 membri dell’Unione europea sono nei top 20, ma alcuni degli altri 14 sono in posizioni molto basse della classifica. L’Italia è 49a, la Romania 52a e la Grecia e la Bulgaria sono insieme nella 70a. L’Unione Europea non è un tutt’uno omogeneo per quanto riguarda la libertà dei media. Al contrario, il divario tra le migliori e le peggiori continua ad allargarsi. RSF ha anche evidenziato problemi, soprattutto in Francia e Italia, dove gli eventi dello scorso anno - le violazioni della tutela delle fonti dei giornalisti, la continua concentrazione della proprietà dei media, le dimostrazioni di disprezzo e d’impazienza da parte di esponenti governativi nei confronti dei giornalisti e del loro lavoro, le convocazioni giudiziarie - hanno confermato la loro incapacità di invertire questa tendenza. .
 
Tavola rotonda, moderata da Sandro Scoppa, presidente della Fondazione "Vincenzo Scoppa", con Maurizio Bonanno, direttore della rivista Liber@mente, Massimo Bordin, direttore di Radio Radicale, e Antonio Viscomi, ordinario presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università "Magna Graecia" di Catanzaro